L’affidamento di reparto era espressamente previsto dall’art. 41, co. 14 del D.M. 375/88 ai sensi del quale: “Il titolare di un esercizio commerciale organizzato su più reparti in relazione alla gamma dei prodotti trattati o alle tecniche di prestazione del servizio impiegate può affidare uno o più di tali reparti, perché li gestisca in proprio, per il periodo di tempo convenuto, ad un soggetto che sia iscritto nel registro, dandone immediata comunicazione alla Camera di Commercio, al Comune e all’Ufficio I.V.A.”. (altro…)

L’apertura degli esercizi commerciali nelle giornate domenicali e festive è oggetto, oramai da un oltre un decennio, di un acceso dibattito, sia a livello politico sia a livello giurisprudenziale, soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del Legge Bersani (d. lgsl. 114/98) che avrebbe dovuto “liberalizzare” la materia del commercio.

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Tutti i contratti di distribuzione devono rispettare le regole stabile dal Reg. (UE) 330/2010 relativo agli accordi verticali. In particolare, esso si applica agli “accordi verticali tra imprese riguardanti l’acquisto o la vendita di beni e servizi” ossia agli accordi conclusi tra operatori che si collocano ad un livello differente della catena di produzione o di distribuzione (es. accordi di distribuzione, fornitura e, dunque, anche al franchising) e sempre che le imprese non superino una determinata quota di mercato.

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Il codice civile all’art. 2560, II comma, c.c. prevede che in caso di cessione dell’azienda, l’acquirente risponda in via solidale con il venditore per i debiti inerenti all’esercizio dell’azienda, se essi risultano iscritti nei libri contabili obbligatori.
Si tratta di norma inderogabile, che quindi opera non solo indipendentemente dalla volontà delle parti della compravendita (venditore e acquirente), ma che non può essere evitata da queste ultime nemmeno se nel contratto viene pattuito il contrario o qualcosa di diverso.
Più spesso di quanto non si immagini, infatti, capita di leggere clausole del tipo: “i crediti e i debiti rimangono in capo alla cedente”, oppure “nessuna ulteriore passività all’infuori di quelle espressamente previste dal presente contratto è oggetto di cessione”, etc. (altro…)

Il Tribunale di Milano ha vietato ad una società attiva nel settore della grande distribuzione di prodotti cosmetici e parafarmaceutici di utilizzare il proprio marchio comunitario anche se depositato prima di quello, identico, del concorrente. A dire del Tribunale, infatti, la registrazione anteriore era stata richiesta in malafede, essendo la società a conoscenza della imminente registrazione dello stesso marchio da parte di un suo diretto concorrente.

La vicenda processuale trae origine da un ricorso cautelare depositato dalla società F. avanti il Tribunale di Milano per ottenere il sequestro e l’inibitoria nei confronti della società concorrente M. che, a dire della ricorrente, stava producendo e commercializzando presso la grande distribuzione prodotti con il marchio identico a quello da essa già registrato in sede comunitaria . (altro…)

Il Tribunale di La Spezia ha respinto un’azione revocatoria fallimentare, ex art. 67, comma 1, L. fall., avente ad oggetto le rese di prodotti editoriali effettuate da una catena di librerie all’editore nell’anno anteriore alla dichiarazione di fallimento.

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